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Quello che segue è una articolo del 2008 scritto con Monya Ferritti per la rivista Scuola dell’Infanzia. Tanti anni fa, eppure alcuni suggerimenti sono decisamente attuali. Oggi sono attive le Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati, ma nonostante questo serve ancora e sempre parlare dei bambini più piccoli che portano la propria storia in una classe. E’ proprio nella scuola dell’infanzia infatti che ci si può iniziare a sentire differenti o invece … accolti.

LA SCATOLA DEI RICORDI: a ogni bambino viene chiesto di procurarsi una scatola o un contenitore da decorare. Dentro a ogni scatola saranno poi deposti oggetti personali legati a momenti importanti del passato del bambino. Ai bambini non verrà suggerito di portare foto o oggetti legati a momenti speciali (foto del battesimo, ciuccio ecc.), bensì di scegliere liberamente. QUANDO ERAVATE PICCINI, COME SIETE ORA: può essere utile per far comprendere ai piccoli i cambiamenti della crescita e lo scorrere del tempo. Più che portare i bambini a riscavare un passato lontano, si possono ideare progetti che suggeriscano la rielaborazione di un passato vicino e controllabile; progetti centrati sul bambino più che sulla sua linea della vita. Non sempre è possibile chiedere a un bambino adottato di portare a scuola foto di quando è nato, o di quando la mamma era incinta, perché queste foto o non ci sono o fanno riferimento a un passato che ha bisogno di rielaborazione. La soluzione è lasciar liberi i bambini di portare “qualcosa di quando erano più piccoli” scelto da loro. Oppure lavorare attraverso i disegni. Certe foto narrano realtà che i bambini desiderano tenere per sé. Un disegno, invece, è una produzione personalizzata che possono condividere coi compagni.

Sorgente: Un prima e un dopo

 

 

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