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E’ importante dirsi subito che non si può semplificare troppo un tema complesso e che solo nella complessità si può affrontare.
Avere un vissuto di adozione non significa automaticamente avere un BES (un bisogno educativo speciale). Ci sono alunni e alunne adottati che, a causa delle proprie storie e vissuti hanno bisogni speciali per un periodo o sempre, ma non per tutti e tutte è così. Ognuno ha diritto a veder riconosciute le proprie risorse e ascoltati i propri bisogni senza essere etichettato o patologizzato.
Al temp stesso alunni e alunne con molteplici intersezionalità, come possono essere gli alunni adottati, sono a rischio di micro-esclusioni che possono causare emarginazione e dispersione e la scuola stessa, d’altra parte, tende ad affrontare le complessità degli alunni (in particolare delle minoranze) con schemi ricorrenti (L. 104 e L. 170, BES). Mancano spazi di confronto fra colleghi, occasioni di supervisione, formazione su temi quali le difficoltà di attaccamento e gli eventi traumatici. Per affrontare questa situazione così delicata per il benessere delle proprie classi e in particolare di quegli alunni e quelle alunne che hanno vissuti critici è importante: essere consapevoli, formati, in rete.
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