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Quella che segue è la traduzione di due brani estratti dal libro The trauma and attachment aware classroom di Rebecca Brooks. Il mondo delle diagnosi riguardante i bambini e i ragazzi che hanno subito traumi complessi in infanzia è molto variegato, e a volte confuso, per questo è importante esplorare e comprendere quali possano essere i molteplici e sfuggenti effetti delle così dette Adverse Childhood Experiences  come anche iniziare a muoversi, a scuola, verso progetti che, indipendentemente da chi siano gli alunni in una classe, prevedano una sensibilità generale e diffusa su cosa significhi convivere con un passato (e talvolta un presente) traumatico.

Si tratta di progetti orientati verso la classe (e non ai soli alunni con difficoltà) e in cui grande enfasi è dedicata allo sviluppo delle relazioni interpersonali, alle capacità di auto-narrazione, alle capacità di leggere le proprie e altrui emozioni. Si tratta di progetti dove l’attenzione al dettaglio va dall’evitare a scuola rumori forti e improvvisi (campanelle, banchi e sedie rumorose, ecc.), al costruire materiali che possono aiutare a contenere emozioni troppo sopraffacenti, a contare sulle relazioni di attaccamento, a praticare, oltre alle usuali discipline, progettualità artistiche di espressione (teatro, pittura, danza …).

Linguaggio e comunicazione

L’abuso, l’incuria e il trauma hanno effetti negativi sullo sviluppo del linguaggio dei bambini e i bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili (Sylvestre et al. 2016). Fino al 28% dei bambini adottati con bisogni educati speciali riconosciuti ha difficoltà di linguaggio e comunicazione (AdoptionUK, 2017); questo tipo di bisogno viene dopo soltanto ai bisogni sociali, emotivi e di salute mentale.

I bambini che hanno sperimentato un trauma complesso possono avere ritardi nel linguaggio, così come difficoltà specifiche, per esempio, nell’articolare i propri bisogni e sentimenti, nell’usare abilità comunicative astratte (come il sarcasmo e gli ordini indiretti), nell’elaborare il linguaggio e nel capire i suggerimenti non verbali.

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Le capacità di comunicazione sono integrali allo sviluppo sociale emotivo e cognitivo del bambino, perciò le difficoltà di linguaggio possono avere un effetto negativo cumulato su altre aree dello sviluppo. Il linguaggio e la comunicazione sono una parte inevitabile di tutti gli aspetti della vita scolastica e dell’apprendimento. Non solo ogni materia è piena della sua propria terminologia e vocabolario, ma ai bambini verrà chiesto quotidianamente di parlare, ascoltare, leggere, scrivere, registrare e condividere informazioni, così come di navigare la pletora di suggerimenti non verbali in una classe piena o sul campo da gioco.

I ritardi nel linguaggio chiaramente influenzeranno il progresso del bambino nell’alfabetizzazione, ma possono avere implicazioni su tutte le materie poichè i bambini possono far fatica a stare attenti per lunghi periodi, elaborano istruzioni e linguaggio molto lentamente, hanno un vocabolario limitato, non si fidano di esprimersi e dimenticano quello che gli è stato detto.

I bambini con difficoltà di comunicazione hanno più probabilità di avere difficoltà di comportamento, più probabilmente faranno fatica a mantenere le relazioni con gli amici e più probabilmente avranno una bassa fiducia in se stessi e autostima.

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Difficoltà di elaborazione sensoriale

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In assenza di linguaggio, un neonato si basa sull’input sensoriale che riceve per capire il mondo. Egli riceve un feedback sensoriale importante quando succhia, viene cullato, toccato, dondolato e preso in braccio. Tutto questo sviluppo ha luogo all’interno di una relazione di attaccamento sicuro, perciò non è difficile capire che a un bambino che abbia sperimentato incuria potrebbero mancare i mattoni base per costruire una funzione sensoriale appropriata. Per i bambini che sperimentano un trauma cronico quando sono preverbali, i ricordi di questi eventi vengono immagazzinati in maniera sconnessa come frammenti sensoriali intendendo che il richiamo di questi ricordi avviene nella forma di sensazioni fisiche e reazioni emotive ( Van Der Kolk, 2014). Un bambino piccolo può immagazzinare ricordi sensoriali di sensazioni connesse alle esperienze traumatiche che possono innescarsi anche molto tempo dopo che il trauma è avvenuto, risultando in reazioni emotive e comportamentali che sembrano venire fuori dal nulla.

I bambini con difficoltà di elaborazione sensoriale possono essere iper o tipo sensibili agli input attraverso i 5 sensi – tatto, gusto, vista, udito e olfatto – e anche rispetto ai 3 meno conosciuti sensi interni: vestibolare, propriocettivo e interocettivo.

Il sistema vestibolare elabora informazioni riguardo al movimento e alla gravità e fornisce un feedback tra il cervello e il corpo riguardo a dove ci collochiamo nello spazio sostenendo il nostro movimento, equilibrio e coordinazione.

La proprio-percezione è il senso della posizione del corpo e la consapevolezza dei propri arti. Ci permette di sapere dove sono i nostri arti senza dover guardare e quanta forza i nostri muscoli richiedono per svolgere i compiti quotidiani, mantenere la nostra postura e correggere i nostri corpi se avviene qualcosa di inaspettato come ad esempio dover stare in piedi su una superficie improvvisamente instabile.

La intero-percezione è relativa alle informazioni che il nostro corpo manda al cervello riguardo al suo stato interno. Aiuta a regolare le funzioni corporee come la temperatura, la fame, la sete, il battito cardiaco e la digestione. I bambini che fanno fatica a interpretare correttamente i segnali intero-percettivi potrebbero non riconoscere che hanno caldo, freddo, sono affamati, assetati o doloranti. Potrebbero non riconoscere i segnali del corpo che gli dicono che è tempo di andare al bagno. Poichè non sono consapevoli dello stato fisico dei loro corpi, per loro è più difficile riconoscere i segni del proprio stato emotivo come un respiro più veloce o un cuore che batte all’impazzata cosa che rende molto più difficile per loro regolare questi stati emotivi. Le sensazioni quotidiane come la stanchezza o la fame sono fraintese così tanto che un bambino potrebbe risultare stressato o avere delle importanti crisi di nervi dovuti a sensazioni e disagio che non riescono ad esprimere o a risolvere.

I bambini che sono iper sensibili all’input sensoriale possono trovare intollerabili le luci accecanti, i rumori forti, i vestiti ruvidi ed essere toccati soprattutto di sorpresa. Potrebbero evitare le altalene e i giochi  (palyground), inciampare nelle cose e sembrare goffi, mangiare e bere troppo per evitare fame e sete e usare troppa forzare compiti facili, rompendo matite e sbattendo le cose sul banco. Livelli di input sensoriale troppo ingenti possono portare a crisi di nervi, risposte aggressive o reazioni di fuga/congelamento.

D’altro canto, bambini che sono ipo-sensibili potrebbero assumere atteggiamenti di ricerca sensoriale che possono essere facilmente fraintesi, per esempio, giocherellare, dondolare, saltare, battere, rompere e fare rumori incessanti. Possono desiderare movimenti intensi come girare su se stessi o saltare su un trampolino o toccare continuamente persone, oggetti, stoffe interessanti, incuranti dello spazio personale altrui. Un bambino ipo-sensibile potrebbe non rispondere appropriatamente al dolore o non notare che le sue mani sono gelate.

E’ possibile che un bambino abbia una difficoltà sensoriale in uno, più o tutti i sensi o essere iper-sensibile in alcune aree e ipo-sensibile in altre.

Questo vuol dire che il profilo dei bambini con difficoltà di elaborazione sensoriale è enormemente variato. Alcuni bambini avranno difficoltà con la modulazione sensoriale oscillando tra sotto e sovra reazioni ai messaggi sensoriali poichè il loro sistema nervoso centrale non è in grado di processarli. Potrebbero avere anche difficoltà a integrare gli input tra i differenti sensi, per esempio quando devono elaborare ciò che vedono e sentono contemporaneamente.

L’ambiente scolastico è spesso intensamente stimolante, pieno di arredi e oggetti colorati, di suoni distraenti e di persone indaffarate. I bambini che inciampano negli altri nella fila per il pranzo, giocherellano e ridacchiano ai loro posti e che girano e girano nel campo giochi, potrebbero sembrare bambini con sintomi di ADHD, ma le difficoltà di elaborazione sensoriale potrebbero essere alla radice del loro comportamento.

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Per i bambini iper-sensibili alcuni semplici aggiustamenti dell’ambiente scolastico finalizzati a ridurre gli input sensoriale potrebbero essere di aiuto a rarefare le occasioni in cui si sentono sopraffatti. Genitori e tutori dovranno condividere tutte le informazioni riguardo agli inneschi dei comportamenti del bambino iper-sensibile. Per i bambini ipo-sensibili alla costante ricerca di stimoli sensoriali, creare delle occasioni di input sensoriale regolarmente durante il giorno, come spingere o trasportare qualcosa di pesante, succhiare, masticare o saltare, potrebbe fornire al bambino quell’input sensoriale che desidera.

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One Reply to “Estratti da The trauma and attachment aware classroom”

  1. […] alunne che hanno vissuti critici è importante: essere consapevoli, formati, in rete. Estratti da The trauma and attachment aware classroom Scuola e adozione: quando ci sono bisogni specifici Adopted students and intersectionality, […]

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