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Quando si hanno alunni adottati in classe è necessario chiedersi come sia meglio porsi rispetto alla loro identità. E’ giusto parlare di adozione in classe? Che parole usare? Come affrontare, nella primaria, la storia personale?

Il presupposto fondamentale è porsi prima di tutto in ascolto.

Questo è il tema di un articolo scritto con Monica Nobile per il Magazine di Genitori si diventa.

E’ bene dunque che, in modo molto sincero, gli insegnanti che abbiano a che fare con alunni adottati, si fermino a pensare cosa susciti in loro stessi la parola “adozione”. Per ascoltarne, si ha bisogno di indagare l’eco che tale parola evoca, perché poi le cose possono capitare all’improvviso e da un momento all’altro durante una lezione di Geografia (quando si tratta dei paesi di nascita dei bambini e ci si trova ad enfatizzarne ad esempio aspetti di povertà economica), durante una lezione di Storia (perché anche i paesi hanno un passato che evoca cortocircuiti mentali), durante una lezione di Scienze (quando si parla di genetica) o anche semplicemente in seconda elementare quando si inizia a costruire il processo di storicizzazione degli eventi e il libro di testo chiede ai bambini di raccogliere “documentazione” che riguardi la loro nascita (“Come è stato scelto il tuo nome?” “Chiedi ai nonni di raccontarti quando eri piccolo”, “Quando hai iniziato a camminare?”, “Porta una foto di te neonato”).

Sorgente: Raccontare l’adozione a scuola

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